Opacità algoritmica e sovranità epistemica nel contesto del capitalismo delle piattaforme. Analizza l'opacità algoritmica e il controllo epistemico nel capitalismo delle piattaforme. Esamina l'IA come potere, evidenziando i rischi per la sovranità e i processi democratici.
Il contributo esamina la i complessi rapporti tra opacità algoritmica e controllo epistemico nelle società digitali contemporanee, con particolare riferimento alle dinamiche del Surveillance Capitalism. L'analisi si concentra sulla tensione tra l'efficienza computazionale dei sistemi di intelligenza artificiale basati su machine learning e il perimetro di opacità che spesso circonda queste tecnologie. Riprendendo una concezione dell’opacità che la vede riferita anche ai fattori non eminentemente tecnici – quali segretezza del codice e analfabetismo digitale - l'articolo analizza le modalità con cui essa si configura quale dispositivo di potere epistemico. Infine, si sottolinea come, oltre ai ben noti rischi per i diritti soggettivi, la black box algoritmica presenti delle criticità sistemiche rispetto alle categorie di sovranità e agentività epistemica, intese come necessarie allo sviluppo di processi democratici sani e autentici.
Il contributo affronta un tema di cruciale rilevanza nel panorama contemporaneo, esaminando la complessa interazione tra l'opacità algoritmica e la sovranità epistemica all'interno del capitalismo delle piattaforme. L'articolo promette un'analisi approfondita delle dinamiche del Surveillance Capitalism, concentrandosi sulla tensione intrinseca tra l'efficienza dei sistemi di intelligenza artificiale basati sul machine learning e il perimetro di opacità che inevitabilmente li circonda. La scelta di definire l'opacità in un senso ampio, che include non solo fattori tecnici come la segretezza del codice, ma anche dimensioni socio-culturali come l'analfabetismo digitale, è particolarmente perspicace e arricchisce il quadro interpretativo. La forza del manoscritto risiede nella sua capacità di inquadrare l'opacità algoritmica non come un mero problema tecnico o etico, ma come un vero e proprio dispositivo di potere epistemico. Questa prospettiva, che analizza le modalità attraverso cui la black box algoritmica si configura come un ostacolo non solo ai diritti individuali ma, in maniera più sistemica, alla sovranità e all'agentività epistemica, è fondamentale. L'enfasi sulla critica alle implicazioni per processi democratici sani e autentici eleva il dibattito al di là della mera regolamentazione, toccando le fondamenta della governance e della partecipazione civica nell'era digitale. La proposta di connettere direttamente questi aspetti con le categorie di sovranità e agentività epistemica appare originale e stimolante. Per rafforzare ulteriormente l'argomentazione, il manoscritto potrebbe beneficiare di una più esplicita discussione su potenziali vie per contrastare questa opacità, oltre alla mera denuncia dei rischi. Sebbene l'astratto si concentri sull'analisi delle criticità, una breve apertura sulle possibili strategie di "epistemic re-sovereignty" o di "algorithmic literacy" potrebbe completare il quadro. Nel complesso, il contributo si presenta come un'analisi rigorosa e tempestiva, capace di stimolare il dibattito critico e di fornire strumenti concettuali essenziali per comprendere le sfide poste dall'era algoritmica alla democrazia e alla conoscenza. Il lavoro è altamente raccomandato per la pubblicazione.
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By Sciaria
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